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Si teme per l’orso bruno marsicano, le associazioni incontrano il direttore del Parco

Redazione Attualità di Redazione Attualità
5 Aprile 2012
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L’Aquila. Altura, Gnr, Lipu e Pro Natura hanno incontrato nei giorni scorsi Dario Febbo per discutere di alcune tematiche inerenti la grave situazione in cui versa l’orso bruno marsicano ed in particolare dell’alta mortalità delle femmine per la maggior parte dovuta a cause legate alla presenza dell’uomo. L’ultima stima della popolazione è di 40 individui: la specie è sull’orlo dell’estinzione e questi dati rendono ancora più evidente la drammaticità della situazione. Lo scorso anno sono nati solo tre cuccioli di orso marsicano. Il dato è il più basso dal 2006.  Le associazioni chiedono che il Parco Nazionale d’Abruzzo Lazio e Molise, Ministero dell’Ambiente e della Salute, Corpo Forestale dello Stato e Regioni si adoperino per eliminare definitivamente le cause della mortalità. Le Associazioni ALTURA, GNR, LIPU e Pro Natura hanno incontrato nei giorni scorsi a Pescasseroli il Direttore del Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise per discutere di alcune tematiche inerenti la grave situazione in cui versa l’orso bruno marsicano ed in particolare dell’alta
mortalità delle femmine per la maggior parte dovuta a cause all’uomo. La situazione appare particolarmente critica visto che l’ultima stima della popolazione di orso bruno marsicano del 2008 consta di soli 40 individui di cui circa 10-12 femmine in età riproduttiva; di quest’ultime negli ultimi 5 anni 5 sono morte per cause varie, sia accidentali che illegali. Durante la conta delle femmine coi cuccioli effettuata lo scorso anno si è avuto il risultato più basso finora registrato dal 2006 che consiste di solo 3 piccoli del 2011 e 4 piccoli dell’anno precedente. La causa di tale scarsa natalità è dovuta secondo il dottor Paolo Ciucci dell’Università “La Sapienza” di Roma all’alta mortalità di femmine in età riproduttiva avvenuta a partire dal 2007 in gran parte legata all’attività umana.
Ad oggi, appare evidente che né gli obiettivi quantitativi, (“… aumento numerico del 25 per cento dell’intera popolazione Appenninica entro il 2020, ed una riduzione del 50 per cento della mortalità da attività antropiche illegali rispetto alle stime del decennio precedente …”)  né gli obiettivi strategici di conservazione, previsti oramai tre anni fa nel PATOM (Piano
d’Azione per la Tutela dell’Orso Marsicano), sono stati raggiunti o per lo meno affrontati in modo adeguato alla gravità e urgenza del caso. Anche gli obiettivi specifici con carattere di urgenza sono stati solo avviati solo parzialmente, come per il problema degli orsi confidenti e la gestione delle attività venatorie nelle aree di interesse per l’orso. La situazione è ancora più grave per quanto riguarda le azioni di gestione e conservazione previste dal PATOM quasi tutte a priorità alta o molto alta ma che sono ben lontane dall’essere
almeno in parte realizzate come per l’istituzione delle aree contigue e l’identificazione delle aree di 1connessione, la gestione degli ambienti forestali, la riduzione dei conflitti con la zootecnia, il potenziamento del regime di tutela nelle aree critiche per la presenza dell’orso. L’incontro con il Direttore del PNALM, svoltosi in un clima cordiale e costruttivo, ha visto trattare alcuni temi fondamentali per il futuro dell’orso bruno marsicano. Per le Associazioni appare urgente chiarire la situazione del plantigrado dal punto di vista
sanitario, vista la concreta possibilità di una diminuita efficacia delle difese immunitarie a causa della ridotta variabilità genetica e visto che già due individui sono morti negli ultimi anni a causa di agenti patogeni forse riconducibili a interazioni con il bestiame domestico. Altro tema trattato è stato quello dei veleni. Fondamentale è che si analizzino e rimuovano le cause sociali dell’utilizzo del veleno, come nel caso dei bocconi avvelenati, ad opera di bracconieri e nelle aree di raccolta dei tartufi in aree marginali del PNALM quali il Frusinate e la Val Roveto, regolarmente frequentate dagli orsi.  Per quanto riguarda la morte di orsi direttamente dovute ad incidenti stradali e ad incuria, ricordiamo che questi hanno avuto un impatto particolarmente grave quando hanno interessato esemplari di sesso femminile, come nel caso della femmina, madre di tre cuccioli, uccisa nei pressi
di Pescasseroli nel maggio 2011 e delle due orse (madre e figlia) morte in un vascone a Collelongo nel giugno 2010. Si è discusso poi delle possibili interazioni dell’orso con le attività venatorie nelle aree circostanti il PNALM, e su come si pensa di affrontare il problema della caccia in battuta, nella Zona di Protezione Esterna del Parco e nelle altre aree sensibili, per la prossima stagione venatoria (e per la possibile preapertura). Infine appare urgente arginare il fenomeno degli “orsi confidenti” visto che, essendo
oramai in piena primavera, a breve alcuni orsi potrebbero cominciare a frequentare le prossimità dei centri abitati, alla ricerca di qualcosa da mangiare. Ancora non sembrano essere operativi i gruppi di intervento rapido del personale di vigilanza del Parco e del Corpo Forestale. Inoltre ALTURA, GNR, LIPU e Pro Natura hanno contattato in questi giorni il Ministero dell’Ambiente, il Ministero della Salute, il Corpo Forestale dello Stato e le Regioni Abruzzo, Lazio e Molise chiedendo risposte operative concrete allo scopo di arrivare rapidamente alla rimozione delle cause della mortalità dell’orso bruno marsicano.

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