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Spazio alla politica: l’intervista a Maurizio Bianchini vice coordinatore regionale di Forza Italia

Redazione Attualità di Redazione Attualità
24 Gennaio 2016
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Oggi inauguriamo lo spazio dedicato alla politica. Un’iniziativa lanciata la scorsa settimana da MarsicaLive che, in pochi giorni, ha avuto molti consensi non solo dagli addetti ai lavori ma anche dai lettori. Il confronto tra il mondo istituzionale e i cittadini spesso ma e troppo spesso è assente un dialogo costruttivo che possa avere al centro la politica. Per questo abbiamo deciso ogni domenica di parlare con un rappresentante politico proprio per rompere questo muro e cercare di far riscoprire il vero senso della Maurizio Bianchinipolitica.

La prima intervista è a Maurizio Bianchini, vice coordinatore regionale di Forza Italia. La scelta è stata dettata semplicemente da un ordine alfabetico che abbiamo voluto rispettare per non fare discriminazioni.

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1) I dati forniti dalle agenzie specializzate in sondaggi ci parlano di stanze di partito sempre più vuote. Come è possibile che negli anni gli iscritti ai partiti siano sempre di meno?
Bisogna fare un approfondimento in quello che è accaduto negli ultimi 20 anni. La politica ha perso credibilità a causa di sistemi elettorali con candidati nominati da presidenze di partito e non sono legati al territorio è inevitabile che una parte della politica non ha operato più per interessi territoriali. L’antipolitica è frutto di questo modo di gestire tanto i partiti quanto i territori. Il cittadino comune non ha possibilità di approfondire queste dinamiche spesso si basa su articoli di giornale e può fraintendere.

2) Credere nella politica sembra essere diventata ormai un’utopia e i rappresentanti istituzionali nell’opinione pubblica sono diventati i capri espiatori di tutti i mali dell’Italia. Come si è arrivati a questo punto?
Ci sarebbe bisogno di alcuni correzioni, di una classe dirigente più responsabile e norme più rigide come ad esempio il vincolo di mandato. Negli ultimi anni si vuole far passare legittimo il passaggio da una corrente politica all’altra e ciò distrae e confonde il cittadino. Presidenti del Consiglio non eletti ma nominati. Chi è in grado di capire ciò? La colpa è di alcuni politici, è necessario che la classe politica sia più responsabile più in mezzo alla gente. Non come fanno molti che dopo eletti non ascoltano più nessuno e fanno solo passerelle davanti alle tv per guadagnare falsi consensi.

3) Mala – politica e malaffare spesso vanno di pari passo e questo non fa altro che incrinare ancora di più il rapporto di fiducia tra rappresentanti istituzionali e popolo. Fare di tutta l’erba un fascio è sbagliato, ma a volte il popolo ha ragione. Non crede?
L’antagonismo ha creato condizioni che vengono recepite male dal cittadino. Si è più equilibrati nel far pensare che un avviso di garanzia non è una sentenza definitiva su chi in quel momento ha subito un accertamento. E questo accade sia per il politico che per il cittadino. Anche la lentezza della giustizia è colpevole. Ci vorrebbe un politico più serio ordinato e presente, e sicuramente una magistratura più veloce. E poi lasciatemelo dire giornalisti che divulgano notizie nella verità. E’ anche in virtù di questo sistema che si è creato che alcuni movimenti hanno più successi dei movimenti veri. La finalità della politica è il bene comune e negli anni è stata stravolta. Bisogna riportare al confronto e non allo scontro i politici. Uno dei problemi dell’Italia è poi il corporativismo: le lobby e la finanza non possono condizionare la politica. L’Europa sarà pronta ad ascoltarci se saremo credibili.

4) Di politica prima si parlava nei circoli, nelle scuole ad hoc, in piazza e in famiglia. E ora?
Negli ultimi 20 anni è venuto meno il ragionamento politico. Ho cominciato nelle vecchie sezioni della DC. Quella scuola manca perché impedisce di imparare qualcosa. Non ci dobbiamo meravigliare se oggi ci sono dei politici improvvisati che potrebbero fare cabaret, sia nella mia che nell’altra parte politica. Serve un politica legata alle personali conoscenze di partito, c’è bisogno di meritocrazia. Prima il politico si confrontava nelle sezioni. Negli ultimi anni forse possiamo parlare di statisti? Si arranca perché non ci sono delle guide come De Gasperi o Nenni. La politica oggi è lotta cittadina, non c’è più la politica della proposta ma quella dello slogan. La politica è fatta di molte dimensioni nella vita di tutti i giorni. Senza politica e senza regole non c’è società civile si rischia l’anarchia. La politica è tutto famiglia lavoro assistenza. C’è bisogno di una nuova classe dirigente e la politica di oggi deve fornire buoni esempi.

5) Si tornerà presto alle urne, la chiamata è vicina ma quando poi andranno a votare?
Ad Avezzano la campagna elettorale è partita con largo anticipo e vediamo dei movimenti non molto comprensibili con gente che entra e che esce e che si sposta qua e la. Forza Italia non vuole entrare in queste dinamiche ma vuole confrontarsi con la società civile. Veniamo da un’esperienza negativa dove qualche oligarca dettava le regole e le azioni. Forza Italia lancia un appello a chi vuole fare un confronto civico. Recepire e non dettare regole è il nuovo programma di Forza Italia. Creeremo una coalizione aperta al confronto.

6) Da qui a un anno cosa farà il suo partito per rimettere al centro la politica in Marsica?
Fare qualcosa di diverso rispetto al passato, pronti a confronto civile non a scontri o decisioni oligarchiche.

7) Ma la politica cos’è per lei?
Dentro la politica c’è tutto il popolo. Tante piccole cose messe insieme possono rilanciare il rapporto fiduciario politica-cittadino. La politica nel rapporto tra maggioranza e opposizione non e folclore bisogna lavorare su proposte concrete sempre per il ben comune. E poi bisogna lavorare congiuntamente con associazioni civiche e movimenti cittadini. Vedete quello che regna ora non è la politica ma l’attacco alla persona e non all’idea che rappresenta. Non c’è più il confronto sui temi. E in questo caso è inevitabile che il cittadino non premierà né me né il mio nemico ma solo ed esclusivamente l’antipolitica. Oggi c’è la politica dell’insulto. Manca il confronto civile e la gente non ci crede più. Poi alla fine mandiamo avanti sempre gli stessi a causa dei sistemi elettorali vigenti.

Federica Di Marzio

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