Sulla vicenda della riconversione dell’ex zuccherificio di Celano le RSU sono tornate alla ribalta con un comunicato stampa in cui lanciano accuse di “strumentalizzazione”, proprio loro che sono i primi ad aver strumentalizzato e fatto ostaggio i lavoratori cassintegrati dell’ex zuccherificio di Celano. “In tutti questi anni – fanno sapere le RSU interne dell’ex zuccherificio – abbiamo fortemente chiesto a tutti i soggetti di intraprendere una serie di iniziative per concordare eventuali proposte alternative della riconversione dello zuccherificio, senza ottenere nessun tipo di risposta, oltre i “NO” preconcetti e strumentali che tutti conosciamo”. “IL Comitato Marsicano NO PowerCrop ribadisce ancora una volta la sua ferma posizione: la riconversione dello zuccherificio di Celano prevedeva di fatto un impianto a Celano per la lavorazione dei prodotti ortofrutticoli del Fucino, con il rimpiego di circa 50 unità lavorative. Che fine ha fatto questo progetto?- chiede Sefora Inzaghi dei NO PowerCrop – mai esistito, perchè tutta la vicenda della riconversione ha ruotato intorno alla volontà di realizzare ad Avezzano una delle più grandi centrali a biomasse di’Italia, che prevede tra l’altro il rimpiego di sole 25 unità lavorative. In tutti questi anni, per citare le RSU, il comitato Marsicano NO powerCrop, sulla base di studi e ricerche scientifiche ha ben motivato il suo fermo NO alla realizzazione di questo scempio ambientale, economico e sanitario, chiedendo a gran voce che la strada della riconversione proseguisse nella giusta direzione: quella dell’impianto di trasformazione dei nostri ortaggi,,ma è sempre stato chiaro che la volontà è ben altra: siamo terra di conquista per chi vuole fare affari con energia e monezza, ma non ci stiamo, la Marsica appartiene ai marsicani e agli agricoltori del Fucino!”. “Visto che ad accendere il fuoco sono le RSU, possiamo parlare solo di lavoro, che sarebbe il campo di loro competenza -dichiara Luigi Presutti, dei NO powerCrop – tutti gli indicatori economici degli ultimi due anni testimoniano che il settore agricolo è l’unico ad aver tenuto in Italia. Anzi, in questo Paese, non solo l’agricoltura ha ampliato i propri mercati ma ha anche creato occupazione, in controtendenza rispetto a tutti gli altri settori. Sarebbe davvero demenziale se, per un drappello di lavoratori, si mettesse a repentaglio il lavoro di migliaia di aziende marsicane che vivono grazie all’esistenza del Fucino. Il problema è la collocazione di 25 lavoratori dell’ex-zuccherificio oppure, come sembra evidente, la strumentalizzazione di questi stessi lavoratori per interessi inconfessabili come quelli del gruppo Maccaferri- Powercrop, eterno predatore di questo territorio?” Il confronto con i sindaci del territorio lo farà l’intera popolazione della Marsica e magari, in primis, gli agricoltori che sono quelli che lavorano quella terra che la MAccaferri-Powercrop vuole scippare per farne un affare, cambiandone la destinazione d’uso, distruggendo territorio fertile e compromettendo l’economia dell’intera area. Le RSU farebbero bene a studiare il territorio di cui dovrebbero tutelare gli interessi collettivi e a rendersi autonomi dal padrone, come del resto dovrebbe essere nella natura stessa del ruolo che rivestono.