La storia d’Abruzzo in un murale: gladiatori, lupi e orsi riqualificano San Benedetto guardando al turismo (foto)
San Benedetto dei Marsi. Negli spettacoli del Colosseo ma anche in altre arene, non finivano solo leoni ma anche orsi, linci, lupi e stambecchi. Venivano dalle Alpi e dagli Appennini. Un destino triste quello che aspettava questi animali strappati al loro ambiente naturale per poi finire in un traffico molto redditizio che interessava tutte le Province dell’Impero Romano, anche le più lontane.
Come simbolo di ferocia spesso veniva utilizzato l’orso, catturato in Abruzzo in intense e terribili battute di caccia, trasportato poi in gabbia, su carri e navi. Quelli che sopravvivevano venivano poi liberati insieme ai cani, davanti ai gladiatori. Famosa fu la strage di circa 400 orsi bruni marsicani liberati nell’area dall’imperatore Caligola. Ma anche quella dei tempi di Traiano che per festeggiare le vittorie nella Dacia fece uccidere 11mila animali selvatici.
È un pezzo della storia d’Abruzzo, della Marsica, del Pnalm. E proprio una parte di questa storia, oggi, trasformandosi in un una forma comunicativa che riesce a coinvolgere soprattutto i giovani, sta per rivivere in alcuni quartieri di San Benedetto dei marsi, dove si punta alla riqualificazione, che diventa anche fonte di attrattiva turistica.
Sono i nuovi murales che stanno prendendo vita in questi giorni a San Benedetto dei Marsi, il comune a guida del sindaco Quirino D’Orazio, che ha promosso l’iniziativa.
