Tagliacozzo. Continuano con grande successo gli appuntamenti dei pomeriggi letterari del Tagliacozzo Festival, curati in particolare dal giornalista Raffaele Castiglione Morelli. Domani, sabato 20 agosto, appuntamento di punta con il giornalista e scrittore Francesco Lepore. Alle ore 18, nell’ormai consueto cortile d’Arme di Palazzo Ducale, l’autore presenterà il suo libro Il Delitto di Giarre dialogando con la dottoressa Zaira Belfiore, comunicatrice e divulgatrice culturale.
Il libro parte dalla cronaca di quel 31 ottobre del 1980, quando furono trovati uccisi da un colpo di pistola alla testa, sotto un enorme pino marittimo nella Vigna del Principe a Giarre, i corpi del venticinquenne Giorgio Agatino Giammona e del quindicenne Antonio Galatola, detto Toni. I due erano scomparsi quattordici giorni prima. Subito, nella cittadina del catanese, si inizia a vociferare di doppio suicidio, o di omicidio-suicidio. Per tutti, in paese, le vittime erano i ziti – «i fidanzati» – e Giorgio veniva ormai da tempo additato quale puppu cu bullu: un «frocio patentato», insomma, accusato di aver traviato un giovane innocente. A rendere inaccettabile quella relazione è, in realtà, solo l’orientamento sessuale dei due: a quella stessa società sembra assolutamente normale che una sorella di Toni sia andata via di casa a dodici anni, e a quindici sia già madre. Intanto, mentre i parenti delle vittime si
affannano a negarne l’omosessualità, le indagini si infrangono contro un muro di silenzio e i punti da chiarire restano tanti. Com’è possibile che i cadaveri siano stati rinvenuti in una zona battuta, a poche centinaia di metri dalla caserma dei carabinieri? E come conciliare la posizione dei corpi e la traiettoria dei proiettili con l’ipotesi di suicidio-omicidio? Infatti, di lì a pochi giorni, il tredicenne Francesco Messina – nipote di Toni – confessa: i due l’hanno supplicato di ucciderli, e sono arrivati persino a minacciarlo di morte se non li avesse aiutati. Poi, però, il ragazzino ritratta, sostenendo di aver confessato dietro pressione delle forze dell’ordine. Quello che è certo è che Giorgio e
Toni sono morti del pregiudizio di una intera comunità nei loro riguardi. La vicenda scosse fortemente l’opinione pubblica, che fu portata per la prima volta a riconoscere l’esistenza dell’effettiva discriminazione verso le persone omosessuali. Come diretta conseguenza nacque il Fuori! di Catania. E, il 9 dicembre 1980, a poco più di un
mese dal ritrovamento dei corpi dei due ragazzi fu costituito a Palermo su organizzazione di don Marco Bisceglia il primo nucleo di Arcigay, la più importante associazione LGBT+ italiana. Attraverso l’attenta ricostruzione del delitto (alla luce degli articoli coevi, di testimonianze provenienti dall’ambiente familiare degli ziti, da quello civico giarrese e da quello degli attivisti/e) Francesco Lepore racconta quattro decenni di battaglie e rivendicazioni del movimento LGBT+ italiano, svelando in pari tempo il nome degli assassini dei due ragazzi.
“Su quel macabro fatto di sangue il giornalista Francesco Lepore, beneventano di 45 anni, ha scritto un libro-ricostruzione svelando particolari inediti forse in grado di fare definitivamente luce su quello che successe realmente”, ha scritto Lucio Luca su La Repubblica.
Nato a Benevento il 9 maggio 1976, Francesco Lepore è giornalista e scrittore. Già latinista papale presso la Segreteria di Stato Vaticano e poi officiale della Biblioteca Apostolica Vaticana, scrive dal 2019 di temi ecclesiali e di diritti civili per Linkiesta, su cui cura anche il blog quotidiano in lingua latina O tempora, o mores. A questa
rubrica hanno dedicato particolare attenzione il Times e, soprattutto, il New York Times, che ne ha parlato il 19 giugno 2021, incentrando il relativo Saturday Profile alla figura e all’operato di Lepore. Caporedattore per quasi cinque anni di Gaynews.it, il primo quotidiano online a tematica LGBT+ fondato da Franco Grillini, è autore di numerose pubblicazioni, tra cui, oltre a Il delitto di Giarre. 1980: un “caso insoluto” e le battaglie del movimento Lgbt+ in Italia (Rizzoli), sono da segnalare la curatela del volume L’Immacolata segno della Bellezza e dell’Amore di Dio (PAMI, Città del Vaticano 2005, con prefazione del cardinale Joseph Ratzinger) e l’edizione critica del settecentesco testo massonico Il Purgatorio Ragionato di Francesco Longano (in Miscellanea Bibliothecae Apostolicae Vaticanae XX, 2014). Il giornalista parigino Frédéric Martel ne ha raccolto la testimonianza per il libro-
inchiesta Sodoma: Enquête au cœur du Vatican (edito in Italia col titolo Sodoma per i tipi Feltrinelli), pubblicato simultaneamente in otto lingue nel febbraio 2019 e per mesi nella lista dei 10 best-seller del New York Times. Con Yuri Guaiana ha curato il volume collettaneo Stonewall. Memoria e futuro di una rivolta (Villagio Maori, Catania 2019).