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Maestra malata ostaggio della burocrazia, Pezzopane: chiederò chiarezza al ministro Poletti

Redazione Attualità di Redazione Attualità
15 Marzo 2016
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Avezzano. “La signora Nelda Zazzara, dipendente pubblica nella scuola, ha 39 anni di contributi, è gravemente malata, ma non riesce ad andare in pensione. La sua vicenda è infatti caduta nel corto circuito di due amministrazioni che non dialogano: da una parte il Provveditorato agli Studi e dall’altro l’Inps. Tra domande di pensionamento prima accolte e poi respinte, botte e risposte tra i due organi della Pa che litigano tra loro, la vita di questa signora è paralizzata. Su questa vicenda allucinante di burocrazia impazzita ho presentato un’interrogazione urgente, alla quale il ministro del Lavoro Poletti sarà chiamato a rispondere nella commissione Lavoro del Senato”. Lo dice la senatrice del Pd Stefania Pezzopane, componente della Commissione Lavoro.
“Si tratta di una lavoratrice – prosegue Stefania Pezzopane – ammalata in modo grave da un anno, alla quale è stata respinta una
prima domanda di salvaguardia il 30 marzo 2014 per la scadenza della graduatoria, domanda poi accolta il 4 dicembre 2014 senza che accadesse alcunché. Il 16 settembre 2015 alla signora viene riconosciuta l’inabilità totale al lavoro, secondo la legge 274/91 che prevede in tal caso il pensionamento dei dipendenti pubblici, ma il Provveditorato agli studi si oppone, appellandosi ad un’altra legge, la 335/95 e le riconosce solo 6 mesi di inidoneità all’attività lavorativa. Infine l’Inps a novembre scorso le comunica l’accoglimento della domanda di pensionamento a decorrere dal 1 gennaio 2016, che revoca il 16 febbraio 2016, avviando le procedure per il suo reinserimento al lavoro. E’ un caso limite di follia interpretativa, in cui due amministrazioni dello Stato non solo non dialogano, ma lottano tra loro a colpi di legge. Il risultato è la paralisi esistenziale per una persona che non può lavorare e non può andare in pensione. E’ assolutamente necessario che questa storia trovi un lieto fine – conclude Pezzopane – i cittadini non possono essere ostaggio della burocrazia”.

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